venerdì 2 maggio 2008

Saw IV

Anno: 2008
Regia: Darren Lynn Bousman
Distribuzione: 01 Distribuzione

Giunti al quarto capitolo Saw IV non intende cedere alla stanchezza del soggetto o alla mancanza di idee. Merito in realtà del primo episodio della serie, quel “Saw – L’enigmista” uscito nel 2004 e che aveva dalla sua parecchi spunti interessanti. Innanzitutto il plot di partenza, costruito su vari sadici enigmi che via via mostravano un disegno più ampio; poi il killer, un sociopatico malato terminale di cancro che uccide e fa del male solo ad altri criminali; e un finale, a sorpresa, degno di essere ricordato. Da quella pellicola, diretta da James Wan, questo quarto episodio riprende lo stesso cast, che nel frattempo è cresciuto e ha approfondito i suoi personaggi, e la stessa struttura narrativa, diventando molto, ma molto più complicata.

Jigsaw e la sua assistente sono morti. Malgrado la certezza di questa affermazione, il disegno dell’enigmista continua a mietere vittime. La sua eredità di sangue infatti verrà presa da ignari poliziotti e criminali che, volenti o nolenti, si ritrovano imprigionati nel delirio omicida di Jigsaw...

Da quando uscì il secondo capitolo si ebbe subito la sensazione che il nuovo regista Darren Lynn Bousman avrebbe trasformato la saga di “Saw” in qualcosa di diverso rispetto ai numerosi film splatter che inondano di sangue ogni anno i cinema di tutto il mondo. La grande differenza che c’è tra “Saw” e tutti gli altri film del genere è la sua natura da serial televisivo, tale che per chi non ha visto i precedenti capitoli, pur essendo appassionato di horror, difficilmente capirà qualcosa della trama di “Saw IV”. Nuova prospettiva di un genere quindi, e questo è il suo maggior pregio.
Purtroppo però le lacune di regia, davvero troppo ingarbugliata tra delitti sanguinolenti e tentativi di impedirli, si fanno sentire parecchio. Unita a una recitazione per nulla entusiasmante ecco che “Saw IV” mostra il fianco relegandosi ai meri appassionati della saga.

Anche il colpo di scena finale, collegato strettamente al terzo capitolo, non convince. L’idea di ambientare il film in un arco temporale parallelo al precedente episodio è interessante. Peccato che saranno pochi quelli che lo capiranno.

Diego Altobelli (04/2008)
estratto da http://www.tempimoderni.com/

mercoledì 30 aprile 2008

Iron Man

Anno: 2008
Regia: Jon Favreau
Distribuzione: Uip

Che il mondo dei fumetti Marvel fosse in subbuglio dopo i fatti avvenuti nella saga denominata Civil War - in cui si sono scontrate le due fazioni capitanate da Iron Man e Capitan America, rispettivamente pro e contro l’atto di registrazione dei supereroi, che obbligò gli eroi mascherati a rivelare la propria identità al governo - è cosa nota. E se nei fumetti la disfatta del gruppo di Cap ha portato alla morte di quest’ultimo e all’affermazione di Iron Man e del suo volere, pare che questo verdetto debba coinvolgere anche il mondo del cinema.
“Iron Man”, diretto da Jon Favreau, è il primo di dieci film auto prodotti dalla Marvel che puntano a un vero e proprio rilancio, parallelamente sia fumettistico che cinematografico, dei suoi personaggi. Il risultato di questa prima prova è assolutamente entusiasmante, divertente e coinvolgente: tanto da adombrare pellicole divenute classici del genere come “Spiderman 2” e “X-Men 3”.

Tony Stark è un uomo che dalla vita ha avuto tutto... e continua ad averlo! Bellezza, soldi, intelletto: Tony è infatti l’erede dell’industria Stark, prima produttrice di armi per il governo americano. Durante un test per dimostrare l’efficienza di un nuovo prototipo di missile, Tony viene rapito da un gruppo di militari afgani che lo costringono a costruire un missile ancor più potente. Durante la prigionia però, Tony Stark si ravvede e sfrutta il suo ingegno per costruire un’armatura capace di farlo evadere prima e combattere il crimine poi. Ma il progetto cade in mani sbagliate...

La sensazione che si ha uscendo dalla proiezione di “Iron Man” è quella di incredulità. Ci si chiede infatti come siano riusciti a realizzare un film che sia allo stesso tempo così divertente, realistico e coinvolgente. “Iron Man” è puro intrattenimento, senza mezzi termini e senza inutili paranoie sull’identità quali possono avere i pupilli di Charles Xavier, o digressioni sull’“essere o non essere un supereroe” di “ragnesca” memoria. Il personaggio di Tony Stark è un eroe che decide di esserlo, assumendone le responsabilità e con l’intento (utopico, ma come i sogni dei paladini) di rimediare agli errori fatti in precedenza. Ma senza pessimismo, senza fantasmi a minare quella visione o a sconvolgere delicati equilibri psicologici. Questo è Iron Man: un supereroe che con la massima serietà, per una volta, si diverte a essere tale.

Ci troviamo di fronte una pellicola dai molti pregi.
La regia di Jon Favreau è di quelle a cui non toglieresti nulla. Ogni scena, ogni passaggio narrativo e ogni inquadratura sembrano studiate alla perfezione e consequenziali a ciò che deve avvenire dopo. Un lavoro ben fatto e ben calibrato che non annoia ed entusiasma. A sostenere la regia ci pensa anche la sceneggiatura: non banale, caratterizzata da dialoghi incalzanti, divertenti, ma mai ridicoli, e situazioni “nuove” per un supereroe, come quella in cui “Iron Man” si ritrova in un territorio di guerra in Afghanistan.
“Iron Man” infatti ha anche il pregio di mostrarci il supereroe in una nuova veste. Infatti, dove perfino Superman si limitava a debellare scippi, rapine e fare operazioni di ordine cittadino, Iron Man non ha paura di attivare i suoi razzi propulsori e ritrovarsi davanti un carro armato e un villaggio assediato.
A completare lo stupendo affresco ci pensa il magnifico cast di attori. Finalmente un attore di grande esperienza come Robert Downey Jr. nei panni del protagonista, che convince come nessun altro eroe prima. Ad affiancarlo nomi quali Gwineth Paltrow (in stato di grazia), Jeff Bridges (spietato), e Terrence Howard (perfetto).
Insomma “Iron Man” è uno di quei film che guarderete più volte, e sempre con lo stesso entusiasmo.

La “Civil War” ha quindi coinvolto anche il cinema secondo il volere di casa Marvel. La cosa incredibile è che qualunque fosse stata la vostra posizione sull’atto di registrazione, dopo aver visto il film, passerete dalla parte di Iron Man.

Diego Altobelli (04/2008)
estratto da http://www.tempimoderni.com/