giovedì 14 agosto 2008

Le cronache di Narnia - Il principe Caspian

Anno: 2008
Regia: Andrew Adamson
Distribuzione: Buena Vista

I quattro fratelli Pevensie, un anno dopo i fatti avvenuti ne “Le cronache di Narnia – Il leone, la strega e l’armadio” si ritrovano, ancora una volta, sbalzati magicamente nel mondo di Narnia. Solo che lì, invece di trecentosessantacinque giorni, sono trascorsi ben mille e trecento anni. Lo scenario è dunque cambiato e ai quattro fratelli spetterà l’ardito compito di ripristinare il trono che spetta di diritto al principe Caspian: successore legittimo alla carica di re, esiliato però con la forza dal malvagio zio Miraz…

Andrew Adamson torna alla regia per il secondo capitolo delle cronache di Narnia: saga fantasy di successo che già può contare un nutrito seguito di giovani appassionati. Giovani sì, perché questo seguito, pur crescendo moderatamente per temi trattati e tipologie di situazioni, sicuramente un gradino più adulte rispetto al primo capitolo, rimane pur sempre un prodotto spiccatamente targato Disney e indirizzato a un pubblico under 16. Alla capacità del regista Adamson di gestire scene di azione e descrivere con un buon ritmo le complesse situazioni dettate dal genere fantasy, si contrappone una sceneggiatura da “parco giochi”, con situazioni e battute molto simili, per tipologia, a quelle viste in film come “Pirati dei Carabi” o “National Treasure”. Si pensi all’impossibilita’ di gestire e mostrare la morte, mai violenta e sempre relegata ai comprimari; oppure più specificatamente alla scena dell’infiltrazione nel castello, credibile agli occhi di un bambino, ma inguardabile per tutti gli appassionati di fantasy leggermente più maturi; o, ancora, alla relazione platonica tra i due protagonisti (la dolce Susan e il Principe Caspian), cui il bacio finale ne legittima l’improbabile e sciatta storia d’amore.
Insomma, come in passato, ne “Le cronache di Narnia – Il principe Caspian” tutti quei temi che potevano dare spessore alla pellicola, vengono messi da parte, in favore di una bonarietà tutta disneyana che farà felice i più piccini, ma addormenterà tutti gli altri.

Nella recitazione spiccano i due italiani Pierfrancesco Favino e Sergio Castellitto: soprattutto quest’ultimo davvero bravo nel descrivere i gesti e le movenze di un re poco amato dal popolo e, per questa ragione, fondamentalmente solo.

Rimangono alcune scene degne di nota, tra cui il breve ritorno della strega; il personaggio complesso di Edmund; i costumi, bellissimi ad opera di Isis Mussenden; e l’idea generale che, comunque, affascina. Per il resto si badi bene, non un brutto film, ma assolutamente vietato ai maggiori di sedici anni.

Diego Altobelli (08/2008)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1918

Io vi troverò - Taken

Anno: 2008
Regia: Pierre Morel
Distribuzione: 20th Century Fox

Bryan è un agente segreto ritiratosi a vita tranquilla dopo tanti anni trascorsi sacrificando tempo alla sua famiglia per servire la Patria. Proprio tale scelta lo ha fatto allontanare dalla moglie e dalla figlia Kim che ora, per il suo sedicesimo compleanno, è decisa a partire con le amiche per un viaggio culturale in Francia. Malgrado Bryan scopra che il viaggio di Kim altro non è che un tragitto itinerante per l'Europa al seguito del Tour estivo del gruppo degli U2, decide comunque di dare il consenso. Una volta lì, però, Kim, viene rapita da un gruppo criminale legato alla mafia russa. Bryan non ci pensa su due volte: parte per Parigi con l'unico scopo di portare in salvo la figlia e fargliela pagare a quel gruppo di malavitosi...

Ritorno sul grande schermo dell'attore Liam Neeson, che decide di allietare l'estate afosa 2008 con un action movie tanto ambizioso quanto roboante ed esasperato. La storia ricorda nemmeno troppo lontanamente il "Commando" con Schwarzenegger, ma ne cambia i toni, qui decisamente più cupi e legati a contesti molto seriosi come la tratta delle prostitute e i legami tra governo e malavita organizzata.
La regia di Pierre Morel (già autore del cult adolescenziale "District B-13") sostiene con mano accurata il genere thriller, modificandolo, col trascorrere della pellicola e l'evolversi della trama, in un action movie tutto cazzotti e sparatorie. In questo senso, l'attore Liam Neeson (premio Oscar per "Schindler List") sfrutta tutta la sua esperienza d'attore per attraversare con credibilità questo passaggio narrativo da un genere a un altro. Il risultato è interessante e, in fondo, ben riuscito, scuotendo l'attenzione del pubblico in più di un’occasione che non si aspetta mai la prossima reazione del protagonista.

"Io vi troverò" è un film che cavalca il filone “giustizieristico” che nel cinema sta tornando in voga creando un certo seguito. Diverte, distrae e coinvolge. Da una pellicola estiva non c'è da chiedere altro.

Diego Altobelli (08/2008)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1919

Identikit di un delitto - The flock

Anno: 2007
Regia: Andrew Lau
Distribuzione: 01

Il regista Andrew Lau si mette all'opera per la sua prima prova hollywoodiana, dopo aver visto adattare con successo il suo "Internal Affairs" ad opera di Martin Scorsese con il titolo di "The Departed", che si è aggiudicato anche quattro Oscar. Due attori come Richard Gere e Claire Danes a sostenere un soggetto che bazzica nei terreni del thriller, dovrebbero assicurare il successo alla pellicola. Così non è, inaspettatamente, e forse le colpe stavolta non si riescono neppure bene a identificare.

Erroll Babbagge è in procinto di andare in pensione anticipata per l'incapacità di gestire il proprio lavoro: seguire il recupero crediti di società che contano tra i loro dipendenti, ex detenuti per pedofilia e stupro. Logorato dai propri demoni, Babbagge si vede affiancare dalla giovane Allison, cui deve insegnare tutto quello che sa sul suo sporco mestiere. L'occasione del riscatto gli arriva quando iniziano a indagare su una ragazza scomparsa...

In effetti non è facile rintracciare il motivo del flop americano (e probabilmente anche europeo) del film "The flock", in inglese "Il gregge" ben più significativo del piuttosto banale "Identikit di un delitto". Gli ingredienti c'erano tutti per tirare su una bella pellicola piena di spessore e pathos, con richiami (alcuni del tutto palesi) a nuovi classici come "Seven" o "Gone baby gone". Invece, realizzata nel 2007, la pellicola di Andrew Lau è passata in sordina in un festival americano e poi si è trovata relegata nel mercato dell'home video.
I motivi, come si diceva prima non sono facilmente rintracciabili. Forse la recitazione da poliziotto, corrotto dal proprio lavoro, del buon Richard Gere non regge fino in fondo; forse la comunque brava Claire Danes non dimostra di avere quella forza attoriale necessaria a sostenere i punti morti del suo collega. Forse ancora la trama, a brevi tratti un poco lacunosa; o infine la regia, fatta di flashback che unisce elementi visionari (dettati dall'instabilità del protagonista) a scene utili per il proseguimento della storia, tende a rendere lo spettacolo un poco confuso. Ma si badi bene, tutte queste motivazioni non giustificano fino in fondo il flop commerciale di un film che comunque si lascia vedere grazie a un'atmosfera crepuscolare e a un soggetto intrigante e ben interpretato.
E se proprio vi sembrano deboli motivazioni, c'è sempre l'apparizione a sorpresa della pop star Avril Lavigne, che promette nelle prime battute di essere un personaggio profondo, salvo poi essere smembrata nello scantinato di una fattoria.

Diego Altobelli (08/2008)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1920