venerdì 14 marzo 2008

I padroni della notte

Anno: 2008
Regia: James Gray
Distribuzione: Bim

Siamo nel 1988. I fratelli Grusinky hanno due vite molto distanti l’una dall’altra. Il maggiore Joseph è un poliziotto pluridecorato che sta tentando di fare il “salto” indagando sull’arrivo di una grossa partita di droga. Il minore Bobby gestisce locali equivoci e diversi night-club. Quando la mafia russa si mette in mezzo al loro legame di sangue, i due dovranno abbandonare antiche rivalità e dare la caccia all’assassino di loro padre…

Un film teso, realizzato con mano sicura dal regista James Gray, conosciuto in passato per aver diretto “Little Odessa”. Da quel film i temi non cambiano: malavita organizzata e rapporti di sangue, intrecciati questa volta col pretesto della sopravvivenza prima e della vendetta poi. La regia è convincente fin dalle prime battute, e non per eclatanti motivazioni, ma semplicemente perché risulta ben equilibrata e ben studiata: sia quando vuole raccontare il rapporto tra i personaggi, sia quando l’azione si fa più concitata e il ritmo più serrato. Proprio sul piano del ritmo “I padroni della notte” colpisce per una sceneggiatura asciutta, che rinuncia volontariamente ad apparire roboante pur avendo tutti gli elementi per esserlo. La storia dei due fratelli si dipana quindi tra sparatorie, infiltrazioni, inseguimenti, e doppie vite, ma senza mai soffermarsi troppo su uno di questi aspetti e tratteggiando un affresco che riesce ad apparire, infine, molto intenso.
Ottimi gli interpreti, che sembrano credere molto nel film: regalano alcuni passaggi davvero degni di nota e un finale commovente.

Diego Altobelli (03/2008)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1840

10.000 a.C.

Anno: 2008
Regia: Roland Emmerich
Distribuzione: Warner Bros.

L'ultima fatica del tedesco Roland Emmerich (Independence Day, Il giorno dopo domani) ci porta nella Preistoria, ai tempi delle tribù di barbari e di una natura incontaminata e selvaggia. Come il regista ci ha abituati, anche in questo caso una trama didascalica e personaggi stereotipati fanno da pretesto per portare gli spettatore all'interno di contesti catastrofici. Il risultato è sempre lo stesso: interessanti spunti narrativi finiscono per bruciarsi prematuramente a causa di una carenza di idee e contenuti.

In una tribù di cacciatori, l'orfano D'Leh si innamora della trovatella Evolet. Quando questa viene rapita da una tribù di predatori, per D'Leh comincia il viaggio per riappropriarsi della giovane e riscattare il suo popolo...

I film di Roland Emmerich sono sempre troppo pomposi per risultare credibili e hanno il difetto di ripetere più o meno sempre lo stesso soggetto. In questo caso l'idea era di quelle davvero vincenti, anche perché nella storia del cinema sono rari i film ambientati nell’era preistorica: il più importante è "Un milione di anni fa", pellicola del 1966 di Don Chaffey, con i mitici effetti speciali di Ray Harryhausen, a cui questa di Emmerich s'ispira.Ad aggravare sul risultato finale ci pensano anche gli attori: nella maggior parte dei casi anonimi, quasi sempre comunque fuori parte, che con dei dialoghi di maniera più volte sfiorano il ridicolo.

Cambiando ambientazione “10.000 a.C.” è insomma un film come altri se ne sono visti in passato: da “Godzilla”, a “Indipendence day”, dal “Patriota” a “The day after tomorrow”. Tutti girati dallo stesso regista: spettatore avvisato...

Diego (03/2008)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1839

Una notte

Anno: 2008
Regia: Tony D'Angelo
Distribuzione: Di. Elle. O.

La morte prematura di un amico, avvenuta in seguito ad un incidente stradale, diventa il pretesto per cinque amici di rincontrarsi la notte prima del funerale. In una Napoli notturna, ma pulsante, i quattro si ritrovano a fare i conti col proprio passato, scortati da un locale all'altro da un romantico tassista...

Esordio acerbo ma promettente, questo di Tony D'angelo, figlio d'arte che regala al padre Nino il ruolo importante di "traghettatore" del film prima ancora che dei suoi protagonisti. La regia di Tony, che vive di richiami ai film di Abel Ferrara (regista di cui è stato "aiuto") e che si ispira a situazioni realmente vissute, decide intelligentemente di prendere il film di petto, e persino di osare “qualcosina” - magari ricorrendo all'uso di rallenty e del grand'angolo per catturare aspetti evocativi di alcune inquadrature: risultato è convincente e autoriale. Purtroppo però, malgrado il talento si faccia notare con una certa disinvoltura, e malgrado l’innegabile fascino di talune ambientazioni (locali, strade, o spiagge) il film non riesce a spingersi oltre il carattere sperimentale. La causa è una sceneggiatura non all'altezza, che scivola su dialoghi: mero pretesto per allungare un poco il metraggio finale.

Provaci ancora Tony, insomma, là dove lo sforza registico ha portato risultati più che dignitosi (soprattutto se paragonati ad altri esordi alla regia, nel cinema italiano, avvenuti in tempi non sospetti), ma che forse poteva comunicare di più, e con più incisività.
Così com'è invece il film appare per quello che è: un buon lavoro, fatto con umiltà e che su quella decide di puntare il tutto per tutto, e con una motivazione del genere il solo esserci è già una vittoria.
Per quella vera invece, toccherà aspettare.

Curiosità: L'episodio narrato da Nino D'angelo su Miles Davis è realmente accaduto.

Diego (03/2008)
estratto da http://filmup.leonardo.it/

martedì 11 marzo 2008

The Water Horse - La leggenda degli Abissi

Anno: 2008
Regia: Jai Russell
Distribuzione: Sony Pictures

Favola gradevole e rilassante, ma narrata con fare ambizioso e austero. "The Water Horse", l'ultimo film di Jai Russell (regista di "Squadra 49" e "Il mio cane Skip") porta sul grande schermo il racconto scritto da Dick King-Smith, autore tra le altre di "Babe, maialino coraggioso”.
L'impronta favolistica che aveva caratterizzato anche la pellicola sulle gesta del maialino è palese fin dalle prime battute del film, che poi va ad assumere connotazioni registiche riconducibili ad echi "spielberghiani".

La struttura a Flashback della trama racconta la "vera" storia di Crusoe, il mostro di Lockness: creatura scoperta negli anni '40 da Angus MacMarrow, un bambino problematico, e portata in salvo dalle intenzioni omicide dell'esercito inglese…

Girato con mestiere, ma senza guizzi artistici, il film di Jai Russell scivola via con una storia che non intende sorprendere lo spettatore, mostrando il fianco a una sceneggiatura troppo fragile. Il film infatti finisce per risultare tedioso e prolisso a causa di una costruzione narrativa trasportata da personaggi troppo stereotipati: quali possono essere una madre che non crede al proprio figlio, un militare col passato da eroe, dei soldati ottusi e spadroneggianti, o una sorella invadente.
E se l’effetto involontario di “Deja-vu” colpisce fin dalle prime scene il pubblico in sala, nella prosecuzione della trama la sensazione non diminuisce, nemmeno quando il mostro si mostra in tutta la sua grandezza marina.
Un'altra nota stonata, però, la suona proprio l’aspetto tecnico. Il drago marino “Crusoe”, realizzato (nemmeno a dirlo) con l’ausilio della computer grafica, non convince: né al di fuori del lago, né nelle profondità marine, e neppure quando interagisce con gli attori. Un risultato negativo che si smorza solo nel finale, quando la frenesia della situazione tende a coprire i difetti.
Recitazione di mestiere, infine, per quello che la trama consente, e protagonisti che si attengono al copione con fare meccanico. Il talento del cast si nota - brava Emily Watson -, ma pare limitarsi al puro intrattenimento.

Per spezzare una lancia a favore di “The Water Horse” va detto per inciso che il film è indirizzato a un pubblico di famiglie e di giovanissimi, che potranno apprezzare, liberi da puntigliosi sguardi critici, la natura evocativa della trama.Ma per tutti gli altri, probabilmente, la forza dei sogni non sarà altrettanto potente.

Diego (03/2008)
estratto da http://www.filmup.com/